La pietra di Apricena


pietra di apricena

La parola “marmo” deriva da un verbo greco che vuol dire “risplendere”. Non è solo una questione di etimologia e in Puglia vale doppio: le Cave di Apricena, infatti, rappresentano il secondo bacino estrattivo Italiano, dopo quello toscano di Carrara.

Dal più grande bacino di Puglia e del Sud Italia, all'ombra del Gargano e nei territori comprendenti anche Lesina e Poggio Imperiale, viene estratta una pietra calcarea, con composizioni chimiche similari ma diverse colorazioni. La si trova stratificata in banchi di spessore variabile, separati tra di loro da un leggero strato di argilla ed il cui periodo di formazione va dal Cretaceo al Miocene.

Ne si scorgono esempi illustri tra le decorazioni della reggia di Caserta ma anche nella maestosità della nuova Chiesa intitolata a San Pio, a San Giovanni Rotondo, o nella stessa Camera di Commercio di Foggia e in molti monumenti o palazzi di Capitanata. Biancone, Bronzetto, Fiorito e Serpeggiante sono le categorie principali nelle quali si distingue comunemente.

Dalla pietra alla progettazione